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14.10.2024 - 14:41
La ricerca di Anga Oltre cento imprenditori under 35 evidenziano qualità e criticità di un settore che cambia Ostacoli per aprire nuove realtà e reperire manodopera.
I giovani guardano con grande interesse al lavoro in agricoltura, anche se il comparto continua a soffrire a causa di tante variabili che rischiano di penalizzare in particolare proprio le nuove generazioni.
Le tre principali difficoltà riscontrate in maniera condivisa da un campione di oltre cento giovani imprenditori agricoli sono le complicazioni burocratiche, la difficoltà nel reperire manodopera e l’aumento dei costi di gestione. La passione continua però a muovere tanti ragazzi che pensano sempre di più ad aziende multifunzionali con il robusto intervento della tecnologia. Anga, l’Associazione nazionale giovani di Confagricoltura Bergamo, ha varato il questionario, mai proposto prima, tra gli agricoltori «junior» delle province lombarde (oltre il 50% delle risposte proviene da lavoratori nella Bergamasca, il resto dalle altre province lombarde), fornendo i dati in esclusiva a L’Eco di Bergamo. Il sondaggio ha così permesso di scattare una «fotografia» di un settore in trasformazione, tra criticità attuali e speranze verso il futuro.
Più appeal che in passato
Un dato che spicca subito è che rispetto a qualche anno fa, l’agricoltura attira molti più giovani, grazie anche alle nuove tecnologie e allo sviluppo dei temi legati alla sostenibilità. Basti pensare che quattro risposte su cinque arrivano dalla fascia d’età tra i 22 e i 35 anni, mentre il livello di istruzione scolastica denota come negli anni sia cresciuta l’attenzione verso la formazione e il titolo di studio (più dell’80% degli intervistati è diplomato, mentre tre su dieci laureati).
Il questionario, ha coinvolto per quasi la metà operatori del comparto zootecnico da latte (i restanti divisi tra i settori suinicolo, bovini da carne e cerealicolo) evidenzia subito un dato importante: «Solo il 13% delle aziende si trova alla prima generazione, mentre poco meno dell 80% è arrivato tra la seconda e la quarta generazione – analizza Gianluigi Pesenti, presidente di Anga Bergamo -. A tal proposito, è opportuno segnalare come, nonostante le aziende neonate rappresentino un percentuale molto bassa. La principale difficoltà riscontrata per creare una nuova realtà, non è il capitale d’anticipo troppo alto in rapporto al reddito previsto (come ci si aspetterebbe), perché questa voce si piazza solo al quarto posto. In realtà i giovani che intendono aprire da zero un’impresa si ritrovano a fare i conti, nell’ordine, con complicazioni burocratiche, difficoltà nel reperire manodopera e aumento dei costi di gestione. Detto questo – prosegue Pesenti -, per tanti giovani nel futuro tecnologia e robotica prenderanno sempre più piede nei campi».
Ma cosa prevedono i giovani per il futuro del comparto agricolo? Guardando ai prossimi anni, l’auspicio e le speranze delle nuove generazioni sono riposte nell’agricoltura di precisione, negli incentivi come supporto economico e nell’intervento di un piano governativo che tuteli le imprese dalle calamità naturali. A proposito di calamità, si alza di molto tra i giovani la propensione ad attivare una copertura assicurativa.
Già, perché il lavoro nei campi e nelle stalle è decisamente stravolto rispetto ai decenni trascorsi e l’avvento predominante delle Tea (le tecniche d’evoluzione assistita) contribuiranno ad attirare più giovani e a rendere il mestiere meno faticoso. «Le Tea sono ritenute dalla stragrande maggioranza degli intervistati la vera arma per superare molte difficoltà – conferma Pesenti – Ma tra gli aspetti positivi più votati non dobbiamo dimenticare la soddisfazione di raggiungere i risultati aziendali coltivando la propria passione, mentre anche il vivere a contatto con animali e natura ha portato nuovi ragazzi ad abbracciare il settore».
Meno aziende familiari
Altro aspetto che emerge è la richiesta di maggior tempo libero personale, mentre un po’ tutti danno per scontato che in futuro ci saranno meno aziende e in particolare potrebbe avvenire una riduzione di quelle a conduzione familiare.
Sempre in prospettiva futura, dal sondaggio commissionato dalla sezione giovani di Confagricoltura Bergamo, emerge come soltanto un intervistato su quattro sia completamente favorevole alla Pac (Politica agricola comune), mentre si prevede un sempre maggior sviluppo delle imprese multifunzionali, in grado di diversificare il reddito, senza che il rischio d’impresa ricada su un’unica voce di entrate.
«Come organizzazione confederale il questionario è rivelato molto utile per comprendere meglio le difficoltà, le esigenze e i pensieri dei nostri giovani – conclude Pesenti -. Le motivazioni delle nuove generazioni vanno alimentate perché il nostro territorio, ricco di passione e tradizione, ha bisogno di validi custodi: chiunque lavori nel settore, dovrà mettere il proprio contributo».
Il sondaggio una «bussola» per il settore
Il sondaggio-questionario che Anga Bergamo (i giovani di Confagricoltura) ha organizzato e condiviso con L’Eco di Bergamo, non è solo uno spaccato di civiltà rurale, ma può diventare una vera «bussola» per gli addetti ai lavori per capire quali sono gli obiettivi e le aspirazioni degli agricoltori del futuro. Per farlo, Anga ha contattato oltre cento tra imprenditori agricoli e collaboratori, per oltre metà dalla provincia di Bergamo, ma anche da altre province lombarde (presenze significative per Cremona, Mantova e Pavia), con l’80% delle risposte che arriva da giovani di un’età compresa tra i 22 e i 35 anni. Il questionario rivela che si tratta di un campione con un livello d’istruzione mediamente alto (più dell’80% ha almeno il diploma come titolo di studio, e più del 30 % è laureato): metà di questi giovani che hanno compilato il questionario lavora nel comparto zootecnico da latte, mentre il restante 50 % è diviso tra i settori suinicolo, bovini da carne e cerealicolo. Solo il 13 % delle aziende si trova alla prima generazione, mentre poco meno dell 80% si trova tra la 2° e la 4° generazione.
«Oggi la passione non basta più decisiva la transizione digitale»
La passione dei giovani rischia di non bastare «perché assistiamo ad un equilibrio molto delicato tra rischi del mestiere e investimenti sempre più onerosi, soprattutto se si vuole guardare al futuro puntando sulle nuove tecnologie – fa presente Gianluigi Pesenti, presidente di Anga Bergamo, tra i promotori del questionario con oltre centinaia di risposte tra i giovani iscritti, che guarda al futuro del settore -. Ringrazio i tantissimi che hanno dedicato tempo per compilare i quesiti, uno strumento molto utile per scattare la fotografia del comparto dal punto di vista delle nuove generazioni. La speranza per un futuro migliore è riposta soprattutto nella tecnologia (precision farming) e nella genetica, grazie alle Tea (tecnologie di evoluzione assistita) – conclude Pesenti -. Ciò che consente ai giovani di continuare in questo settore arriva dalla parte emozionale del proprio essere, perché tutti noi siamo spinti dalla passione e chiaramente dalla soddisfazione nel raggiungere obiettivi e traguardi».
Il presidente di Confagricoltura Bergamo, Renato Giavazzi, sottolinea come «le nuove generazioni credono nel settore e spesso intendono proseguire il lavoro dei genitori, anche se lamentano – giustamente – l’aumento dei costi, troppe burocrazie e difficoltà nel reperimento di personale. Si tratta di elementi che, unitamente alla piaga della calamità naturali, rendono loro la vita difficile, senza garantire la giusta remunerazione. Tanto che iniziare l’attività da zero, soprattutto per quanto riguarda i costi di investimento, risulta quasi impossibile. Guardando al futuro – prosegue Giavazzi - la speranza dei giovani è riposta nella transizione digitale e tecnologia che è già di attualità e dovrebbe permettere ai giovani finalmente di sviluppare programmi e strategie per migliorare qualità e quantità delle produzioni e ottenere la giusta remunerazione del proprio lavoro. Un percorso di evoluzione aziendale che richiede importanti investimenti che deve essere però agevolata da incentivi adeguati e costanti sia a livello nazionale che europeo. La nostra associazione è in costante dialogo con le istituzioni per migliorare le condizioni di vita degli imprenditori agricoli, in modo da permettere l’ingresso delle nuove generazioni, indispensabili per proseguire un lavoro nobile che dal solco della tradizione è in grado di evolvere grazie alle innovazioni per raggiungere quelle soddisfazioni reddituali che oggi faticano ad arrivare».
13/10/2024 - L'ECO DI BERGAMO - Giorgio Lazzari
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