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ZOOTECNIA
22.09.2025 - 09:59
Regione Lombardia ha diramato una nota circostanziata sui possibili rischi che si possono correre nella stagione autunno-invernale di diffusione del virus dell’influenza aviaria. Alla nota sono allegati dei rapporti del Centro di referenza di Padova per la IA e del Ministero della Sanità con una serie di raccomandazioni per la prevenzione della diffusione del virus dell’aviaria ad alta patogenità che purtroppo gli allevatori dell’area padana hanno imparato a conoscere negli ultimi anni. Di seguito si riporta una sintesi delle informazioni e raccomandazioni contenute nei documenti citati.
I dati epidemiologici relativi all’Influenza aviaria provenienti dai sistemi di sorveglianza europei evidenziano al momento un basso numero di casi di HPAI negli uccelli selvatici.
Questa situazione può essere dovuta a molteplici fattori, tra i quali non può essere esclusa una minore capacità del sistema di intercettare eventuali nuovi casi essendo venuti a mancare fenomeni di moria che avevano contraddistinto le stagioni precedenti. Allo stato attuale non è quindi possibile escludere che l’attuale quadro epidemiologico risenta di una circolazione virale subdola e difficile da intercettare.
Sono stati confermati circa 50 casi in uccelli selvatici in paesi europei delle coste occidentali. In tali paesi la conferma di casi nei selvatici è stata accompagnata da nuovi focolai di HPAI nel pollame evidenziando la stretta connessione epidemiologica tra questi due fenomeni.
È da sottolineare inoltre che il numero di casi complessivi registrati negli uccelli selvatici nel periodo estivo risulta essere il doppio se confrontato con il medesimo periodo epidemiologico dell’anno precedente in cui vennero comunque confermati in Italia 50 focolai nel pollame.
Sulla base di questi dati epidemiologici e tenuto conto dell’approssimarsi della stagione migratoria nel Nord Italia e tenuto conto del parere del Centro Referenza Nazionale sulla Influenza Aviaria è necessario approntare già da ora misure di riduzione del rischio negli allevamenti e stabilimenti di pollame.
Ciò premesso a far data dal 15 settembre p.v. le Regioni con zone ad alto rischio A e B hanno adottato le seguenti misure minime di prevenzione finalizzate alla gestione dei rischi connessi al virus dell’Influenza aviaria ad alta patogenicità.
1.Intensificazione della sorveglianza nella popolazione selvatica. In ottemperanza al piano di sorveglianza nazionale 2025 per l’influenza aviaria, le Regioni con zone ad alto rischio (A e B) predispongono piani di sorveglianza attiva nei confronti degli uccelli acquatici migratori con particolare riguardo agli anatidi e agli uccelli svernanti in Italia;
2. Adozione di misure finalizzate ad accrescere la sorveglianza per l’early detection negli stabilimenti di pollame con particolare riguardo alle indagini che devono condurre gli operatori nei casi di mortalità anomala o modifica dei parametri produttivi registrati negli stabilimenti;
3. Predisposizione di misure organizzative finalizzate a predisporre un rapido intervento in caso di conferma di focolai;
4. Adozione di misure finalizzate a vietare l’allevamento all’aperto di pollame presente negli stabilimenti posti nelle zone A e B;
5. Predisposizione da parte di ciascuna filiera di un programma di accasamento dei tacchini da carne nelle zone a rischio finalizzato a ridurre la concentrazione degli animali nella fase di età critica in termini di sensibilità all’ infezione e diffusione della HPAI;
6. Adozione di protocolli di prevenzione e sorveglianza della HPAI per gli uccelli selvatici ricoverati nei CRAS;
7. Valutazione in funzione del rischio dell’eventuale sospensione della concentrazione di pollame ed altri volatili in cattività nelle zone A e B in occasione di mercati, mostre, esposizioni ed eventi culturali;
8.Misure per l’utilizzo in funzione del rischio di richiami vivi dell’ordine degli Anseriformi e Caradriformi negli appostamenti temporanei e fissi nelle zone A e B;
9.Prescrizioni per l’immissione e la movimentazione di selvaggina da penna nelle zone A e B;
Queste misure e informazioni sono importanti perché forniscono un quadro dettagliato sul rischio di introduzione e diffusione dell'influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) in Italia, evidenziando la necessità di adottare misure preventive per proteggere il pollame e gli uccelli in cattività. Per gli allevatori il richiamo è l'importanza di mantenere elevati livelli di biosicurezza negli allevamenti avicoli per prevenire la trasmissione del virus ed il riconoscimento veloce dei casi sospetti di moria.
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