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ZOOTECNIA
14.11.2025 - 10:07
Si allunga l’elenco dei Comuni bergamaschi interessati delle misure di controllo del rischio a fronte dei focolai di influenza aviaria rilevati a partire da fine ottobre sia nel Cremonese che nel Bresciano. Il virus negli ultimi giorni ha messo piede (forse sarebbe meglio dire ali e zampe) anche in provincia di Bergamo, dove i veterinari di Ats stanno tenendo quotidianamente monitorata la situazione. Stando a una nota diffusa dall’Agenzia di tutela della salute e inviata a 29 Comuni, è stata rilevata «la presenza del virus dell’influenza aviaria in avifauna selvatica abbattuta nel Comune di Fontanella». Da qui l’invito, rivolto a tutti gli allevamenti all’aperto, a tenere al chiuso il pollame e tutti i volatili in cattività.
Tenendo conto anche dell’ordinanza emanata da Ats Bergamo a fine ottobre, a fronte del focolaio rilevato in un allevamento del Comune cremonese di Casale Cremasco-Vidolasco, l’area bergamasca interessata dalle misure di protezione, sorveglianza o più semplicemente di controllo per contenere la diffusione del virus interessa ora 34 paesi, coinvolgendo, oltre alla Bassa, anche parte della Val Calepio e dell’Hinterland.
I Comuni
Stando all’ordinanza di fine ottobre, la zona di protezione riguarda Barbata e Isso, mentre quella di sorveglianza è estesa anche ai territori di Antegnate, Bariano, Calcio, Calvenzano, Caravaggio, Covo, Fara, Fontanella, Fornovo, Misano, Morengo, Mozzanica, Pagazzano, Pumenengo, Romano di Lombardia e Torre Pallavicina.
«Chiaro aumento del rischio»
Pochi giorni fa il Dipartimento veterinario di Ats Bergamo ha inviato una nuova comunicazione a gran parte dei Comuni già interessati dalla sorveglianza, ma anche a Bagnatica, Bolgare, Calcinate, Castelli Calepio, Cavernago, Cividate al Piano, Cologno al Serio, Cortenuova, Costa di Mezzate, Ghisalba, Grumello del Monte, Martinengo, Mornico al Serio, Palosco, Seriate e Telgate, evidenziando «un chiaro aumento del rischio di introduzione del virus dell’influenza aviaria nella popolazione avicola domestica». Da qui la necessità di «mettere in atto appropriate ed efficaci misure» per ridurre tale rischio. La richiesta alle Amministrazioni è di «vigilare, in collaborazione con il Dipartimento veterinario di Ats Bergamo», affinché gli allevatori rispettino le misure di prevenzione.
Le misure principali
Tra le principali, definite da un decreto regionale della Direzione generale al Welfare, figurano il divieto di fiere e mercati, l’obbligo di mantenere al chiuso il pollame e tutti gli altri volatili allevati all’aperto, sia per produzioni professionali sia per uso familiare. L’obiettivo è limitare il contatto con l’avifauna selvatica, anche tramite recinzioni e abbeveratoi. L’invito è anche a sanificare regolarmente gli ambienti di allevamento e a monitorare eventuali sintomi tra gli animali, segnalando tempestivamente casi di mortalità anomala o sospetti al Servizio veterinario dell’Ats Bergamo.
L'ECO DI BERGAMO - 14/11/2025
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